Benvenuti su Paesi al Tramonto, il mio mondo visto dall’alto! Qui troverete spettacolari riprese aeree in alta definizione, catturate con il mio drone al tramonto o in condizioni di luce uniche. Esploriamo insieme i paesi italiani, castelli, ville, luoghi speciali e paesaggi mozzafiato..
La mia flotta è costituita da due droni un piccolo DJI Mini 2SE e un DJI Air 2S.
Ho conseguito le licenza di volo ENAV A1, A2 e A3 e a breve otterrò la STS01 e 02.
L’attività principale svolta è il girare mini documentati aerei per il mio canale YouTube “Paesi al Tramonto”, di seguito gli articoli su gli ultimi video pubblicati.
Alla fine del 2020, durante la seconda ondata della pandemia, lessi alcuni articoli su importanti quotidiani come Repubblica e Il Sole 24 Ore riguardo uno spray nasale che prometteva protezione contro il Covid-19. Il principio dietro lo spray sembrava semplice: abbassava il pH delle pareti nasali, rendendo l’ambiente inospitale per il virus respirato.
Inizialmente, lo spray era disponibile solo online. Nonostante fossi interessato, decisi di non acquistarlo a causa delle mie preoccupazioni riguardo il trasporto. Non dubitavo dell’efficacia del prodotto, ma non mi fidavo dei corrieri nel trasporto di medicinali, dato che spesso non hanno le competenze necessarie per garantire la corretta conservazione dei farmaci.
Ho quindi scelto di aspettare che lo spray fosse disponibile nelle farmacie italiane. Periodicamente mi tenevo informato e, finalmente, è arrivato nella farmacia del mio paese. Ora posso essere sicuro che è stato controllato e testato dalle autorità italiane e trasportato da personale competente.
Questo spray è l’unico che, nel suo bugiardino, cita chiaramente l’efficacia contro il SARS-CoV-2, con una percentuale di protezione del 97%. Il bugiardino consiglia di usarlo in combinazione con la mascherina, suggerendo che le due protezioni insieme garantiscono una protezione molto efficace.
Ovviamente, non sono un esperto e non posso confermare queste informazioni in modo definitivo. Vi invito quindi a leggere questo articolo per ulteriori dettagli e verifiche.
Cari amici, mi scuso per la lunga assenza. Questo è stato per me un periodo di pressanti impegni familiari, che non mi hanno consentito di aggiornare questo sito. Oggi sono riuscito a ritagliarmi un paio di ore di libertà e così ho deciso di presentarvi i miei soliti grafici, che, come spete, riportano dati ufficiali scaricati dal sito della Protezione Civile. Come al solito, per la corretta interpretazione dei grafici vi invito a consultare questa pagina.
Oltre che sull’Italia nel suo complesso, oggi mi focalizzerò sul Veneto e sulle regioni con esso confinanti, con l’aggiunta della Puglia (la mia regione di origine) e dell’Alto Adige, regione cui sono particolarmente legato, essendo molto amante delle Dolomiti. Userò sempre numeri normalizzati a 100.000 abitanti, per tener conto della diversa popolazione delle varie regioni.
Di seguito riporto la classifica regionale odierna e l’andamento nell’ultimo mese circa, per una serie di parametri che caratterizzano l’entità del contagio e la pressione sulle strutture sanitarie. Comincio come al solito con il numero di ricoverati con sintomi per ogni 100.000 abitanti (figura qui sotto).
Come si vede dal grafico a sinistra, le regioni che destano più preoccupazione sono l’Umbria e l’Alto Adige, mentre il Veneto risulta tra le regioni meno colpite. Il grafico sulla destra evidenzia una discesa costante del numero di ricoverati con sintomi per ogni 100.000 abitanti in tutte le regioni confinanti col Veneto (eccetto la Lombardia). In questo quadro confortante, la performace migliore è proprio quella del Veneto, che evidenzia una discesa molto accentuata.
Il grafico seguente si riferisce al numero di terapie intensive per ogni 100.000 abitanti.
Per questo parametro valgono esattamente le stesse considerazioni fatte per il parametro mostrato precedentemente. Le regioni meno virtuose sono ancora Umbria e Alto Adige, mentre il Veneto di nuovo risulta tra quelle che destano meno preoccupazione. Anche per le terapie intensive, si evidenzia un generale miglioramento (eccetto che per Friuli e Lombardia, per le quali l’andamento è più o meno costante), ma anche in questo caso il Veneto si distingue per la veloce discesa del numero di terapie intensive.
Discorso analogo vale anche per il numero totale di positivi, inclusi quindi quelli in isolamento domiciliare, che vede un generale miglioramento (di nuovo eccetto per la Lombardia ed anche per il Friuli) e una spettacolare performance del Veneto (vedi grafico a destra nella figura qui sotto)
Di nuovo, l’Umbria e l’Alto Adige, stavolta assieme alla Campania, sono le regioni che destano maggiore preoccupazione.
Veniamo ora al numero di decessi ogni 100.000 abitanti (figura qui sotto)
Ancora l’Umbria spicca tra tutte le regioni in quanto a tasso di mortalità. L’andamento delle regioni esaminate nel grafico a destra è in genere confortante perché quasi tutte le regioni, eccetto ancora la Lombardia, mostrano una discesa nel numero dei decessi.
Dalla figura che segue si evince che il Veneto consolida la sua buona posizione tra le regioni virtuose anche per quanto riguarda il rapporto positivi/tamponi, che, come sapete, è strettamente legato all’indice di contagio R_t.
Il Molise ha avuto oggi un indice particolarmente alto (grafico a sinistra), ma probabilmente si tratta di una fluttuazione statistica.
Infine, il confronto tra numero di nuovi positivi e numero di guariti (figura seguente)
Pur con qualche variazione tra le varie regioni, questo confronto mostra un sostaziale pareggio tra nuovi positivi e guariti e questo significa che la pressione sulle strutture sanitarie non aumenta.
Qualche considerazione finale: La situazione in generale tende lentamente a migliorare, ma ci sono delle zone limitate e non molto significative in termini di abitanti (Umbria ed Alto Adige) che si trovano evidentemente in una fase che richiede grande attenzione, probabilmente per la presenza delle famose varianti del virus. Inolte la Lombardia e la Puglia mostrano un sostanziale stallo nell’andamento della pandemia.
Cari amici, dopo una pausa di 10 giorni, rieccomi a voi per presentarvi i miei soliti grafici sull’andamento della pandemia di Covid19, basati sui dati che io scarico diligentemente dal sito della Protezione Civile. La lunga pausa è stata utile per poter apprezzare le tendenze in atto in modo da considerarle consolidate e quindi attendibili. Dico subito che la situazione generale è in miglioramento, con qualche sporadica eccezione. Le cose che più saltano all’occhio sono due: il drastico miglioramento del Veneto e la situazione piuttosto “tranquilla” della Lombardia. Il fatto che quest’ultima regione fosse tra quelle con una situazione meno preoccupante di altre era ben chiaro già 10 girni fa, quando avevo fatto il mio ultimo report, nel quale esprimevo meraviglia per il fatto che la Lombardia fosse finita in zona rossa, mentre il Veneto fosse rimasto giallo (all’epoca). Già allora era molto chiaro che nei dati della Lombardia c’era qualcosa che non funzionava. Di chi sia la responsabilità non sono ovviamente nelle condizioni di affermarlo. Tuttavia, vista la gestione piuttosto carente e a tratti ambigua della dirigenza (anche sanitaria) di quella regione, non mi stupirebbe che qualche grave distrazione sia potuta sfuggire anche in questo caso. L’ultima notazione che voglio fare prima di passare alla presentazione dei grafici, riguarda il numero di decessi quotidiani, che purtroppo scende molto, molto lentamente rispetto agli altri parametri, che sono in miglioramento. Anche se noi sappiamo che questa è una condizione “naturale”, dato che i decessi seguono in media di due o tre settimane i contagi e i ricoveri, il dato resta impressionante. Ma passiamo ai dati, ricordando come sempre che i chiarimenti che eventualmente dovessero essere necessari per la comprensione dei grafici possono essere trovati in questa pagina. Giova anche ricordare che, come sempre, quando si leggono i grafici bisogna fare riferimento ai colori usati di volta in volta per rappresentare le varie regioni, che, come ho già detto molte volte, possono cambiare (e di solito cambiano) da un grafico all’altro. Infine, quasi tutti i grafici che mostrerò si riferiscono ai numeri per ogni 100000 abitanti, cosa che rende la lettura molto più corretta.
Comincio col mostrare le classifiche regionali giornaliere e gli andamenti delle ultime settimane per 4 dei parametri che definiscono la maggiore o minore aggressività del virus e quindi anche la maggiore o minore pressione sulle strutture sanitarie. Oltre al numero di ricoverati con sintomi, di terapie intensive e di decessi, mostrerò oggi anche il numero totale di attualmente positivi al Coronavirus. Come al solito i grafici sulla sinistra delle varie figure illustrano le classifiche regionali (normalizzate al numero di abitanti) del giorno, mentre i grafici sulla destra mostrano gli andamenti delle ultime settimane per le regioni che risultano essere più interessanti in base alla classifica regionale. Di solito preferisco concentrarmi sulle regioni con il maggior numero di abitanti, per le quali le statistiche sono decisamente più significative.
Il numero di ricoverati con sintomi (figura qui sopra) è in discesa quasi ovunque, tranne che per il Friuli, che del resto risulta anche primo tra le regioni nella classifica odierna. Notevole il miglioramento del Piemonte e del Veneto nelle ultime settimane (grafico a destra).
Il numero delle terapie intensive (figura precedente) sembra invece piuttosto stabile (altalenante) nelle ultime settimane, con la notevole eccezione del Veneto (che è in decisa discesa) e, in misura minore, della Lombardia, anch’essa in discesa, ma meno ripida.
La migliore performance del Veneto è nel numero totale dei positivi (inclusi quindi quelli in isolamento domiciliare; figura qui sopra), dove, da una posizione di decisa preminenza nei primi giorni dell’anno, il Veneto passa in posizione defilata. Anche per questo parametro la tendenza generale è alla diminuzione (vedi andamento dell’Italia nel suo complesso), ma ci sono regioni, come la Puglia e la Sicilia, che mostrano invece una tendenza al rialzo.
Per quanto riguarda il numero di decessi (figura precedente), come dicevo prima, la situazione è abbastanza stabile (in Italia siamo a circa 0,7 decessi ogni 100000 abitanti), con l’eccezione del Veneto, anche qui in deciso miglioramento, e dell’Emilia, lievemente in discesa. C’è da notare tuttavia che queste due regioni restano quelle con il maggior numero di decessi ogni 100000 abitanti. Il caso odierno del Friuli rientra nelle fluttuazioni statistiche delle regioni con un numero di abitanti relativamente piccolo.
Come ho detto molte altre volte, il rapporto nuovi positivi/tamponi (figura precedente) è uno dei parametri più significativi perché legato all’indice di contagio R_t. Per questo particolare parametro le posizioni peggiori nella classifica regionale sono occupate da regioni del centro-sud, mentre Veneto, Lombardia e Piemonte sembrano decisamente in situazioni più “tranquille”. E’ da notare nel grafico a destra la spettacolare performance del Veneto nelle ultime settimane (sperando che non ci siano trucchi escogitati per giustificare cambi di colorazione!) e, comunque la tendenza generale è al miglioramento.
Infine, l’ultima figura confronta l’andamento nelle ultime settimane del numero di nuovi positivi con quello dei guariti (media degli ultimi 5 giorni). Questo confronto serve, come sapete, a stimare l’andamento della pressione sulle strutture sanitarie. Anche qui la situazione sembra in miglioramento, nel senso che il numero di guariti supera quello dei nuovi positivi. E’ tuttavia da notare che il numero di guariti risulta in forte discesa in Veneto e in Campania, regione dove esso è oggi ampiamente superato dal numero di nuovi contagi.
Vorrei infine far notare che, come dicevo all’inizio, in tutti i grafici che ho mostrato oggi, la Lombardia risulta essere tra le regioni che destano meno preoccupazione, collocandosi sempre in posizione migliore della media italiana, mentre il Veneto mostra quasi dovunque una situazione di deciso miglioramento, pur restando spesso nelle posizioni alte (peggiori) delle varie classifiche.
Cari amici, mi scuso per la lunga assenza, ma ho avuto parecchio da fare. Voi non avete idea di quante cose ci siano da fare dopo che si va in pensione. Io sono in pensione da ormai tre anni… eppure..!! Uno pensa: “ora che sono in pensione finalmente potrò riposarmi..!”. Beh.. vi assicuro che non è così.
Comunque oggi mi limiterò a presentare i soliti grafici (quelli più significativi). Se mi avete seguito sinora, questi grafici saranno ormai familiari per voi e non ci sarà bisogno che ve ne spieghi il significato. Comunque, se avete dubbi, consultate questa pagina. Guardateli con attenzione, ogni volta tenendo conto dei colori che si riferiscono alle varie regioni, che possono cambiare di volta in volta. Se farete attenzione alle classifiche regionali odierne e agli andamenti nel tempo dei vari parametri che oggi presento, capirete il senso delle due domande che mi/vi farò alla fine… Buona visione!
Guardando i grafici precedenti mi chiedo due cose:
1) Come mai Lombardia e Sicilia sono finite in zona rossa?
2) Come mai non è finito in zona rossa il Veneto?
E’ vero che i parametri che ho presentato non sono gli unici che concorrono a determinare il valore dell’indice di contagio R_t ed è anche vero che lo stesso indice R_t non è l’unico parametro che determina il colore di una regione. Tuttavia, mi limito a notare che nei grafici precedenti la Lombardia non risulta mai ai primi posti, mentre il Veneto sì…. Lascio a voi eventuali riflessioni ed ipotesi.
Cari amici, oggi mi dilungherò un po’ più del solito, presentando un buon numero di parametri, sia per la loro classifica regionale odierna, sia per il loro andamento nel corso circa dell’ultimo mese. Devo dire però che non so se valga la pena di dilungarsi, visto che la situazione pandemica sembra stagnante, a dispetto delle molte (ma discontinue!) misure di contenimento prese dal governo e dai governi regionali. Tutto sembra essersi fermato, pur con varie oscillazioni. La pandemia non da segni di estinguersi e neppure ridursi. In questo quadro generale, purtroppo il Veneto resta sempre in prima (anzi primissima) linea, tanto è vero che risulta una delle 5 regioni per le quali nella prossima settimana non sarà possibile decretare le restrizioni da zona gialla, ma dovrà sottostare a quelle da zona arancione. A dire il vero, si parla addirittura di Veneto regione rossa a partire dal 15 Gennaio. Non voglio però fare il menagramo e vengo quindi alla presentazione dei dati. Oggi ho deciso di presentarli “in ordine di gravità”, cominciando dal numero di positivi e finendo col numero di morti. Come al solito, se avete problemi nella lettura dei grafici, vi invito a consultare questa pagina. Nella lettura dei grafici vi ricordo che è importante guardare ogni volta i colori riferiti alle varie regioni esaminate, perchè questi colori possono cambiare di volta in volta. Inoltre, per rendere più significativi gli andamenti nel tempo dei vari parametri e le classifiche regionali, in tutte le figure, a parte quella che si riferisce al rapporto positivi/tamponi, i numeri riportati sono relativi ad ogni 100000 abitanti delle varie regioni e dell’Italia nel suo complesso.
Ecco allora la prima figura, che riguarda il numero totale di positivi, cioè la somma dei positivi in isolamento domiciliare, di quelli ricoverati con sintomi e di quelli in terapia intensiva.
La classifica regionale illustrata nel grafico a sinistra mostra ancora una volta il Veneto in posizione avanzata, mentre la Lombardia, che una volta era la regione con la maggiore incidenza di positivi, risulta ora in posizione defilata. L’andamento di questo parametro nell’ultimo mese mostra in generale una prima fase di discesa, seguita poi da una stabilizzazione con lieve tendenza alla crescita. In questo grafico, il Veneto ha un andamento peculiare, con una forte discontinuità in corrispondenza del giorno di Natale (gran numero di dimissioni ??).
La prossima figura si riferisce al numero di ricoverati con sintomi per ogni 100000 abitanti.
In questo caso, nella classifica regionale odierna, il Veneto è preceduto (anche se di poco) da regioni importanti, quali Piemonte ed Emilia, mentre l’andamento nell’ultimo mese di questo parametro illustra perfettamente la situazione di stallo, se si eccettua il Piemonte che mostra invece una decisa discesa del numero di ricoverati.
Il terzo parametro che mostro è quello che si riferisce al numero di ricoverati in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti.
Qui il Veneto torna a primeggiare, sia per la classifica regionale odierna (grfico a sinistra) che per l’andamento dei numeri nell’ultimo mese (grafico a destra), nel quale la mia regione mostra un andamento costante e numeri sempre di gran lunga superiori a quelli delle altre regioni. Come al solito il dato di Trento non va considerato significativo, a causa del numero di abitanti della provincia autonoma, estremamente ridotto rispetto a quello del Veneto.
Andando in “ordine di gravità” ci tocca ora considerare il parametro relativo al numero di decessi, illustrato dalla figura che segue.
Ancora il Veneto in primo piano, sia per quanto attiene alla classifica regionale odierna (a sinistra nella figura) che nello sviluppo temporale durante l’ultimo mese, nel quale la mia regione, quasi fosse motivo di vanto, sembra non voler cedere la prima posizione, con circa due decessi al giorno ogni 100000 abitanti. Per quanto riguarda l’andamento generale, anche il numero di decessi, dopo una prima fase di discesa, a partire circa dall’inizio dell’anno, mostra una tendenza alla crescita.
Vengo ora al parametro forse più significativo, che è il rapporto tra nuovi positivi e tamponi effettuati, cui si riferisce la figura seguente.
Il dato relativo a questo parametro è in decisa crescita, a partire già dal 20 Dicembre circa, un po’ in tutta Italia. In particolare, negli ultimi giorni la Sicilia mostra una crescita preoccupante. In questo caso il Veneto, partendo da valori estremamente alti (quasi 25%), è sceso negli ultimi giorni al di sotto del 20%, restando sempre su valori molto alti.
Infine mostro un’altra figura che mi sambra importante, cioè il confronto tra gli andamenti di due parametri quali il numero di nuovi positivi e quello dei guariti. E’ evidente che se il secondo numero è maggiore del primo le cose stanno andando bene. Viceversa se il primo numero (nuovi positivi) supera il secondo (guariti).
La figura mostra che, a parte proprio il Veneto, le altre regioni riportate nei grafici sono in una situazione di peggoramento della pressione sulle strutture sanitarie, nel senso appunto che il numero di nuovi positivi supera quello dei guariti. La forte discontinuità del Veneto nei giorni attorno al Natale corrisponde a quella mostrata nella prima figura che vio ho illustrata oggi (gran numero di dimessi prima del Natale).
Cari amici, siamo nel nuovo anno che tutti aspettavamo con la speranza che si riveli alla fine un anno migliore di quello a dir poco ‘sfigato’ che ci siamo appena lasciati alle spalle. Per parte mia, anche nel nuovo anno vi tediarò con le solite considerazioni e i soliti grafici che ottengo dall’analisi dei dati pubblicati giornalmente dalla Protezione Civile. Come al solito, se avete dubbi sul significato dei vari tipi di grafici, potete cercare spiegazioni in questa pagina.
Vi anticipo che, nonostante le norme restrittive che il governo ci ha ‘inflitto’ durante le feste natalizie, la situazione non è molto cambiata negli ultimi giorni. Infatti i grafici che vedrete sono abbastanza simili agli ultimi che vi ho mostrato il giorno 28/12/2020.
I dati sul numero di ricoverati con sintomi Covid19 per ogni 100000 abitanti sono illustrati nella figura qui sotto
La classifica regionale odierna (grafico a sinistra) mostra il Veneto nelle prime posizioni, preceduto però da regioni di peso come il Piemonte e l’Emilia. La maggior parte delle regioni nel grafico a destra mostra tuttavia una tendenza alla decrescita (forte nel caso del Piemonte) o alla stabilità. Il veneto è in leggera crescita, ma il dato non sembra preoccupante.
La situazione del Veneto è invece preoccupante per quanto riguarda il numero di pazienti in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (figura qui sotto)
In effetti, quello che preoccupa seriamente non è tanto il dato giornaliero, illustrato dalla classifica regionale nel grafico a sinistra, quanto l’andamento di questo importante valore, che per il Veneto è decisamente in controtendenza rispetto alle altre regioni riportate nel grafico a destra.
Un altro parametro, cruciale per definire la situazione epidemiologica e nel quale il Veneto dimostra la sua anomalia, è il rapporto (nuovi positivi)/(tamponi effettuati).
La figura qui sopra vede il Veneto distaccare tutte le altre regioni sistematicamente (anche oggi; il dato del Trentino nel grafico a sinistra non fa testo), anche se bisogna purtroppo notare nel grafico a destra che tutte le regioni e l’Italia nel suo complesso sono in evidente risalita per quanto riguarda questo parametro, che ricordo essere strettamente correlato con l’indice di contagio R_t. Questo è a mio parere il dato che più degli altri deve farci riflettere, perché indica con chiarezza che le misure restrittive non hanno avuto finora l’effetto sperato.
Infine, il dato sulla mortalità vede ancora il Veneto spiccare sulle altre regioni (grafico a sinistra; anche in questo caso la Valle d’Aosta non fa testo), specie per l’andamento nel tempo del numero di decessi che anche in questo caso è in controtendenza (cresce) rispetto alle altre regioni.
Cari amici, dopo la pausa natalizia, durante la quale non ho voluto annoiarvi con le mie considerazioni sull’andamento dell’epidemia, mi rifaccio vivo per gli aggiornamenti sui dati pandemici pubblicati dalla Protezione Civile. La lunga pausa è servita anche per poter monitorare gli andamenti su una scala di più giorni, la qual cosa permette di evidenziare con maggiore robustezza i reali trends epidemiologici.
Tanto per evitare inutili preamboli, vi anticipo subito che, come già più volte detto negli ultimi aggiornamenti, la regione Veneto è ormai un “caso”, nel senso di presentare un’anomalia negativa rispetto a tutte le altre regioni. Infatti, in tutti i parametri che contano, il Veneto risulta la regione peggiore, se si eccettuano alcune regioni numericamente quasi irrilevanti, le cui grandi oscillazioni statistiche a volte danno l’ingannevole impressione di sopravanzare il Veneto nella classifica delle regioni peggiori. Come al solito, se avete qualche dubbio sul significato dei grafici potete far riferimento a questa pagina
Comincio allora col mostrarvi i dati relativi al rapporto positivi/tamponi, un parametro che, come ormai sapete, è strettante correlato all’indice di contagio R_t. Riguardo a questa correlazione, gli epidemiologi sostengono che, mentre il valore critico dell’indice di contagio (al di sotto del quale l’epidemia cala) è 1, il valore critico corrispondente per il rapporto positivi/tamponi è 10.
Il grafico a sinistra della figura qui sopra mostra la classifica regionale odierna del rapporto positivi/tamponi, mentre il grafico a destra mostra l’andamento di questo rapporto dai primi giorni di Dicembre per l’Italia nel suo complesso (linea nera), per il Veneto (linea blu) e per 4 delle regioni principali che seguono il Veneto nella classifica regionale. Due cose saltano all’occhio dall’esame della figura: (1) il Veneto è di gran lunga la regione peggiore in tutto il periodo analizzato (grafico a destra) e anche oggi 28/12 (il dato odierno della Valle d’Aosta è irrilevante essendo frutto di una fluttuazione statistica dovuta al piccolo numero di abitanti); (2) a partire circa dalla metà del mese di Dicembre, tutte le regioni (e ovviamente l’Italia nel suo complesso) mostrano una chiara risalita del rapporto positivi/tamponi che ormai risulta essere ovunque superiore al valore critico di 10.
Passo ora a mostrarvi i grafici del numero di persone in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (vedi figura qui sotto).
Come nel caso del parametro precedentemente analizzato, la classifica regionale (grafico a sinistra) vede primeggiare il Veneto, anche se la piccola regione Trentino, con il suo dato odierno (come in precedenza frutto di un capriccio statistico dovuto al piccolo numero di abitanti) sembra essere in una situazione peggiore del Veneto. Il grafico a destra mostra invece che tutte le regioni esaminate (a parte ovviamente il Veneto) hanno un andamento decrescente del numero di terapie intensive. Un esame più attento svela tuttavia che negli ultimi tre o quattro giorni alcune regioni (Lazio ed Emilia) hanno invertito il trend, mentre altre (Lombardia e Piemonte) stanno per farlo o sono in situazione di stallo. Se si tiene conto del fatto che l’andamento delle terapie intensive segue di solito quello dei contagi con un ritardo di una decina di giorni, il grafico a destra, insieme al grafico analogo sul rapporto positivi/tamponi, fa presagire che nei prossimi giorni avremo un aumento generalizzato delle terapie intensive.
Veniamo ora al dato ovviamente più triste, che è qello del numero dei decessi per ogni 100000 abitanti. In base al ragionamento precedente e tenendo conto del fatto che per i decessi il ritardo rispetto all’andamento dei contagi è di almeno un paio di settimane, ci aspettiamo di trovare un andamento ancora decrescente del numero di decessi.
In effetti, questo è quello che si osserva nel grafico a destra della figura qui sopra. La classifica regionale odierna del numero di decessi mostra che anche in questo caso il Veneto è tra le prime regioni, con un valore doppio rispetto alla media nazionale.
Volendo chiudere con una nota di speranza, vi mostro nella figura seguente l’andamento del numero di nuovi contagi (grafico a sinistra), confrontato con quello del numero di guariti (grafico a destra).
La nota positiva sta nel fatto che il numero di guariti è superiore o al più uguale al numero di nuovi positivi. Come già spiegato altre volte, questo è un segnale positivo perché indica che la pressione sulle strutture sanitarie non è in fase di aumento, almeno per ora.
Vi saluto augurandovi di passare il cambio d’anno in serenità, pensando che è quasi impossibile che l’anno che sta per iniziare possa essere peggiore di quello che ci stiamo lasciando alle spalle…. prosit.
Cari amici, oggi mi limiterò a mostrare i vari grafici senza fare commenti. Ormai conoscete il significato dei grafici. Se c’è qualcosa che non capite o non ricordate provate a guardare qui
Cari amici, a costo di sembrare monotono, mi rifaccio vivo per evidenziare ancora una volta la grave situazione del Veneto, la regione in cui risiedo da circa 50 anni e nella quale abitano tutti i miei affetti più cari. Al netto di tutte le comparsate e le asserzioni dei politici locali, del loro tentativo di addolcire la realtà, del grande lavoro svolto dal personale ospedaliero e della pur eccellente qualità del servizio sanitario, purtroppo nella mia regione le cose continuano a non andare affatto bene riguardo all’andamento della pandemia di Covid19. Questa mia presentazione spero possa convincere quelli che ancora tendono a sottovalutare quello che sta succedendo.
Bisogna rendersi conto che tutti i dati sono concordi nell’indicare che le mie affermazioni non sono esagerate. Comincio col confrontare la situazione del rapporto positivi/tamponi nel Veneto con quella delle altre regioni. la figura che segue riporta come al solito la classifica regionale odierna di questo rapporto, che, come ho più volte ripetuto, è strettamente correlato con l’indice di contagio R_t.
Ancora una volta, come ormai capita da troppi giorni (o settimane), il Veneto guida largamente la classifica, con un valore di questo rapporto di 22,49, molto più del doppio della media nazionale (9,84). Il fatto che questo primato non sia una fluttuazione statistica (casuale), bensì indichi una situazione stabilmente consolidata è suggerito dalla figura seguente, in cui l’andamento del rapporto positivi/tamponi nel Veneto viene confrontato con quello delle altre regioni del nord Italia.
Non serve commentare questa figura. Ognuno si può rendere conto da solo della situazione. Passo ora a mostrare in modo analogo l’andamento di un altro paio di parametri importanti perchè poco soggetti ad errori sistematici. Il primo è il numero di decessi normalizzato al numero di abitanti (per ogni 100000), di cui mostro qui di seguito la classifica regionale odierna e l’andamento nelle ultime settimane.
Anche per i decessi il Veneto ha dei numeri largamente superiori alla media nazionale, anche se in questo caso altre regioni mostrano una situazione simile.
L’altro parametro che voglio mostrare è il numero di terapie intensive Covid19, anch’esso normalizzato a 100000 abitanti. Come ho fatto per i due parametri precedenti, anche per questo parametro mostro qui di seguito la classifica regionale e l’andamento nelle ultime settimane.
Quello che qui mi preme farvi notare è che il Veneto, oltre ad avere nella giornata odierna un alto numero di pazienti in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (è secondo nella classifica regionale di oggi), è anche l’unica regione a mostrare una continua crescita. Tutte le altre regioni (a parte il Friuli, che è più o meno stabile) mostrano invece degli andamenti chiaramente decrescenti.
Infine, anche l’andamento del bilancio tra nuovi positivi e guariti non parla a favore del Veneto.
Quello che è notevole in questa figura è il fatto che il numero odierno di guariti e maggire del numero di nuovi contagi, sia per la Lombardia (circa 5000 guariti contro poco più di 2000 nuovi contagi), che per il Piemonte (più di 3000 contro meno di 1000). che per il Friuli (850 contro meno di 700). Questo vuol dire che la pressione sulle strutture ospedaliere sta diminuendo in Lombardia, in Piemonte e in Friuli. L’unica regione per cui il numero odierno di nuovi guariti è largamente inferiore a quello dei nuovi positivi è proprio il Veneto (circa 2000 contro quasi 4000). Ancora una volta i commenti sono inutili. I dati parlano da soli e in questo caso ci dicono che gli ospedali veneti si stanno sempre più riempiendo di malati Covid19.
Riprendo il discorso dell’altro ieri, in particolare le considerazioni che ho fatto sul rapporto positivi/tamponi in Veneto. Lo faccio mostrando solo due figure. Ecco la prima:
anche oggi, come nei giorni scorsi, il Veneto primeggia largamente sulle altre regioni con un valore superiore al 25%. Il buon Zaia sosteneva giorni fa che questo primato dipende dal gran numero di tamponi fatti in Veneto rispetto alle altre regioni. Eccovi allora la prossima figura:
Il grafico a sinistra mostra come il largo primato del Veneto, per quanto riguarda il rapporto positivi/tamponi, non è un evento casuale, dovuto cioè a fluttuazione statistica. Da più di due settimane il Veneto supera stabilmente e di gran lunga regioni di pari o maggiore importanza come la Lombardia e il Piemonte, ambedue in netta discesa. Il grafico a destra smentisce invece la favola raccontata da Zaia circa la rete a strascico usata in Veneto (gran numero di tamponi) e le retine da spiaggia usate in altre regioni (basso numero di tamponi). Guardate bene i grafici e… giudicate voi..!
Amici veneti, vi invito alla massima cautela durante le prossime festività natalizie. Anche se la sanità nella nostra regione è di buona qualità, con i numeri che abbiamo rischiamo veramente grosso nei prossimi mesi (e non mi piace fare la parte della Cassandra!)