Cari amici, dopo qualche giorno di assenza vi illustro stamattina (3/12/2020) i dati sul Covid19 in Italia, che ho scaricato ieri sera dal solito sito della Protezione Civile. Stavolta estenderò un po’ l’illustrazione, nel senso che, oltre ai dati globali dell’Italia e a quelli delle solite 4 regioni analizzate finora (Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia), considererò anche i dati di alcune altre regioni, quelle più grandi che mostrano delle criticità.
Premetto che la situazione generale sta gradatamente migliorando. Tutti i parametri mostrano questo miglioramento generale. Tuttavia, mi dispiace dover notare che due delle regioni che mi interessano più da vicino, il Veneto (dove abito) e la Puglia (da cui provengo), sembrano purtroppo essere quelle più in ritardo nella tendenza al miglioramento, mostrando di essere piuttosto in una fase di plateau.
Ecco allora i dati per voi, come al solito rappresentati da grafici, il cui significato, se avete letto le mie considerazioni dei giorni precedenti, dovrebbe ormai esservi familiare. Se non lo è, vi invito a consultare questa pagina.
Comincio con i due parametri che riguardano l’andamento nel tempo dell’aggravio numerico per le strutture sanitarie. il numero di ricoverati con sintomi e quello delle terapie intensive. Cominciamo col primo (grafici qui sotto)
Come vedete, oltre all’Italia e alle 4 regioni “storiche” (grafici a sinistra), ho riportato i dati di altre cinque regioni (Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Campania e Toscana). I grafici della prima figura illustrano l’andamento nel tempo del numero di ricoverati con sintomi, mentre quelli della figura inferiore riportano il corrispondente andamento degli incrementi percentuali rispetto ai dati di una settimana prima. Potete vedere come i numeri globali per l’Italia e quelli relativi a Piemonte, Lombardia, Toscana, Campania e Sicilia sono in discesa e mostrano ormai un incremento percentuale (settimanale) nullo. Invece, la situazione in Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia non è del tutto positiva, mostrando una scarsa tendenza alla diminuzione e, quindi, degli incrementi settimanali ancora attorno al 4%.
Un discorso del tutto analogo vale per i numeri della terapia intensiva, illustrati dalle due figure che seguono.
In questo caso, tuttavia, i dati regionali sembrano più omogenei e la situazione appare in miglioramento un po’ in tutte le regioni. La classifica regionale normalizzata al numero per ogni 100000 abitanti, dei ricoverati con sintomi e delle terapie intensive è riportata nella figura che segue.
Il fatto che il Veneto e la Puglia siano le regioni per cui il miglioramento è ancora quasi impercettibile, risulta chiaramente dall’andamento del parametro che più degli altri è collegato al famoso indice R_t (indice di contagiosità), cioè il rapporto tra numero di positivi e numero di tamponi effettuati (vedi figura qui sotto).
Potete vedere come le uniche regioni nelle quali questo rapporto non mostra una tendenza alla diminuzione sono per l’appunto il Veneto e la Puglia, che infatti risultano essere le prime nella classifica regionale di questo parametro, con un valore quasi doppio rispetto al valore medio dell’Italia (figura che segue).
Stavolta anche il dato della mortalità, nonostante resti estremamente alto, mostra finalmente una tendenza all’appiattimento e in qualche caso anche alla decrescita (vedi figura che segue), con andamento abbastanza omogeneo tra le regioni e una preoccupante tendenza alla ulteriore crescita ancora in Lombardia, da sempre la regione più martoriata dal Covid19, specie per quanto riguarda la mortalità.
Penso tuttavia che non sia il caso di farsi troppe illusioni… il numero di decessi potrebbe restare alto ancora per diversi giorni, purtroppo.
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